Immaginate una città in cui nessuno è diverso: stessi geni, stessa lingua, stesso modo di vivere. Una città perfetta, iper-produttiva. Se è mai esistita, i suoi abitanti si sono già estinti: stessa vita significa anche stessa capacità – o piuttosto incapacità – di sopravvivere a una minaccia improvvisa.
Allora immaginate una città in cui siamo tutti diversi, in cui ognuno custodisce dentro di sé un germoglio del tutto unico e particolare. Non è necessario immaginarla, la diversità è insita in noi per natura. Eppure non abbiamo ancora imparato a maneggiarla, a coltivarla, a farla fruttare. Perché a volte la terra è dura, arida e povera. I germogli rimangono sottoterra, in attesa di una coltura che li nutra e dia loro la possibilità di restituire frutti. Come un terreno ha bisogno di coltura, così una cittadinanza ha bisogno di cultura. E allo stesso modo servono desiderio, fatica e risorse.
D.E.A. – Diversità E Arti performative per una società inclusiva del terzo millennio è tutto questo. È il desiderio di una rete di associazioni ed enti di creare lo spazio fertile per una cittadinanza attiva, creativa e solidale. È la fatica del mettersi in contatto, creare progetti, superare gli ostacoli. È cercare e trovare le risorse, sia economiche sia umane. Nulla di tutto questo, infatti, sarebbe possibile senza Interreg, il programma di cooperazione territoriale europea che si basa su una politica di coesione, per risolvere i problemi al di là del contesto nazionale e sviluppare le potenzialità dei diversi territori. Nel nostro caso sarà un ponte fra Italia e Svizzera, con attività che si svilupperanno tra Novara e Lugano da ottobre 2019 a ottobre 2021.
È un percorso lungo e molto ricco, che prende spunto dall’esperienza dei Servizi Sociali del Comune di Novara, da anni impegnati nell’utilizzo delle arti performative come strumento di integrazione e di crescita per le persone in situazioni di fragilità o marginalità. Uno degli obiettivi di Interreg è, infatti, l’incremento di soluzioni condivise per migliorare l’accessibilità, la fruizione e la qualità dei servizi sociali (socio-sanitari e socio-educativi) sui due lati della frontiera, in particolare a vantaggio delle fasce maggiormente vulnerabili o a rischio di discriminazione. Ci proponiamo di raggiungere questo obiettivo ribaltando la logica dei Servizi Sociali come semplice erogazione: vogliamo produrre ricchezza – culturale, umana, economica – mettendo insieme i vari germogli e dando loro la possibilità di sbocciare.
Con Idearti e le sue attività – laboratori, eventi, living lab, ricerca accademica – abbiamo l’opportunità di trasformare la cultura in pratica sociale, ossia instaurare sul territorio l’abitudine del “fare insieme”, che è lo strumento ma anche il fine stesso di una vera cittadinanza. Ci facciamo spazio, rete, grembo, incubatore, ma è la partecipazione delle persone, ognuna con la propria individualità, a generare cittadinanza: un organismo vivo che nasce, cresce e poi cammina sulle proprie gambe. E il terreno su cui farlo è l’arte performativa perché è lo spazio aperto a tutti, in cui le differenze e i conflitti arricchiscono, in cui un mondo immaginato può diventare realtà.